I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

domenica 12 febbraio 2012

Camino ( 2008 )

Ci sono film che per varie cause contingenti nascono invisibili e ce ne sono altri che sono resi artatamente invisibili.
Camino,ultimo film del talentuoso Javier Fesser, fa parte di questa seconda schiera.
Questo perchè la pellicola in questione ha avuto l'ardire di mettersi in rotta di collisione frontale con l'Opus Dei.
Si sa è meglio scherzare con i fanti perchè quando si scherza con i santi possono succedere strane cose.
Camino ha trionfato alla cerimonia della consegna dei Goya nel 2009(tutti i premi più importanti) ma a tale affermazione non è stata seguita dal successo e da una distribuzione internazionale efficace.
Strano che il film è stato giudicato in vari casi piuttosto tiepidamente dalla critica spagnola mentre quella internazionale sia stata molto più prodiga di elogi.
E in Italia un film come questo non lo vedremo mai.
Il film è basato sulla storia vera di Alexia Gonzalez Barrios ma sono stati cambiati tutti i nomi e i riferimenti.
La protagonista del film si chiama Camino,è una ragazzina normale con tutte le aspirazioni che hanno le bambine della sua età.E tra queste c'è la scuola di teatro (che non rientra nelle priorità della madre) e un ragazzo soprannominato Cuco(ma il suo vero nome è Jesus).
Camino ha una sorella che sta facendo il noviziato presso una specie di convento per suore e la madre,attivista dell'Opus Dei, è devotissima e ha inculcato anche in lei una fede in Dio incrollabile.
Cosa che sembra encomiabile ma quando si presenterà la terribile malattia che affliggerà la ragazzina ,questo amore incrollabile verso la divinità e i suoi simboli andrà anche oltre i limiti della razionalità.
Camino accetta le sue inenarrabili sofferenze sempre cercando di non dare fastidio o segni di debolezza, la madre arriva anche a dire che tutta questo dolore è un segno che Dio vuole la ragazza accanto a sè e per questo bisogna ringraziarlo.
Ecco questo è il punto cruciale che credo sia difficilissimo da accettare persino per un credente: quale Dio permette che una tale atroce pena venga inflitta a una delle sue figlie innocenti?
La madre arriva ad offrire la malattia della figlia come sacrificio a Dio per ringraziarlo.Lei è accecata dalla sua concezione estemista della fede, credo che siamo oltre le soglie dell'integralismo cattolico, il padre espone il dubbio della quasi totalità di noi rispondendole:
"Ringraziarlo di che?" 
Javier Fesser sposa la tesi che la piccola fosse innamorata del suo coetaneo Cuco(Jesus) e che questo abbia creato l'equivoco sulla sua reale vocazione.

La materia è molto controversa, la famiglia Gonzalez Barros con alle spalle l'Opus Dei ha sempre negato la veridicità del film e sono partite accuse reciproche di aver spettacolarizzato la storia di Alexa.
Leggendo le varie fonti ognuno può farsi autonomamente un'idea.
La tesi di Fesser è veramente scomoda: l'Opus Dei è raffigurato come un'organizzazione tentacolare che condiziona le coscienze e ne plasma di nuove con uno stile di vita povero e dimesso lontano di proposito da tutte quelle modernità che possono indurre in tentazione.
In questo è abbastanza vicino a Magdalene di Mullan, altro film scomodo per la Chiesa:un atto di denuncia virulento verso un qualcosa che fa dell'estremismo religioso il proprio credo.
Dal punto di vista cinematografico il riferimento  più immediato è Mare dentro di Amenabar diviso tra una realtà dolorosa ed evasioni con la fantasia; il film è  sospeso tra la volontà di denuncia civile e la visualizzazione poetica dei sogni della piccola Camino.
Da una parte uno stile quasi documentaristico che non risparmia nulla allo spettatore, con una cronaca fedele di tutto quello che succede alla piccola e attorno a lei, dall'altra le sequenze oniriche riprendono colori e personaggi diCenerentola in un' atmosfera fiabesca alla Tim Burton che sovente è spazzata via da visioni ben più inquietanti che guarda caso sono sempre legate all'iconografia religiosa.
Camino è un film difficile da giudicare obiettivamente perchè legato alla sensibilità di ognuno visto che tratta argomenti molto personali in cui ciascuno di noi può avere il proprio punto di vista.
Credo che il suo tema principale sia legato al come la fede può arrivare oltre la razionalità e perciò provocare danni.
Non è attaccata la religione cattolica ma la sua organizzazione immanente.
Strepitoso il lavoro del cast con una nota di merito per la giovane Nerea Camacho ( uno sguardo che buca lo schermo) e Carme Elias nel difficile personaggio della madre che mette i propri cari in secondo piano rispetto all'amore per Dio.
Camino è un film che può essere amato e odiato alla stessa maniera ma è utilissimo per fare chiarezza sul nostro concetto di fede religiosa.(10/10/2011).

3 commenti:

  1. mi era sfuggito che ne avessi parlato.
    l'avevo visto e ne avevo parlato nel vecchio blog di splinder.

    è un gran film, invisibile da noi, purtroppo.

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  2. eh eh è il primo post che ho messo quando quella notte tra un sabato e una domenica di metà febbraio , dallo scazzo di una nevicata che mi ha imprigionato in casa per dieci giorni, nacque questo blog. E' stato il primo che ho messo perchè è un film che mi ha colpito nel profondo. Facile immaginare perchè qui non lo vedremo mai, vero?

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  3. un grandissimo film, ne parlai anche io grazie a un grande amico cinefilo che me l'ha consigliato, molto toccante ed effettivamente in italia sarà difficile reperirlo...italia paese profondamente cattolico fino al midollo non fanno certo uscire simili film...io l'ho trovato straordinario nella sua complessità, patologico nel pensiero fondamentalista religioso questo si :)

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