I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
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La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

giovedì 26 aprile 2012

The divide ( 2011 )


Xavier Gens deve essere un tipetto che prende dannatamente sul serio la politica. 
Dopo la fattoria nazista di Frontier(s) con questo nuovo The Divide , film girato a costo praticamente zero con poco più di una decina di attori rinchiusi in una specie di sarcofago di cemento, ci illustra con come ragionerebbe l'animale uomo messo alle strette dalla necessità di sopravvivenza in uno scenario postapocalittico. In una logica di convivenza forzata stile Big Brother ma senza controlli esterni un campionario di neanche tanto variegata umanità si rifugia nel seminterrato del loro palazzo una volta che è esplosa una bomba atomica. 
E qui viene fuori la bestialità del peggiore animale di tutti: l'uomo. 
C'è chi domina, chi viene dominato senza problemi  e c'è anche chi vuole guadagnare posizioni dentro la scala gerarchica del gruppo. Anche con la violenza.
 Il potere è rappresentato da una cassaforte che contiene provviste per lungo tempo e la lotta si scatenerà proprio per il suo dominio in un crescendo che vedrà il capo originale di fatto estromesso dal comando e la formazione di due gruppetti di cui uno, con cibo e acqua a disposizione, scandirà i ritmi vitali dell'altro elimosinandogli il necessario per vivere.  
Arrivando alla tortura fisica e a ogni forma di prevaricazione pur di ottenere il proprio scopo. 
Qualcosa di simile si era già vista in Blindness di Fernando Mereilles tratto da un libro di Josè Saramago, ma qui il discorso è ancora più estremizzato. 
Sigillati dentro dopo un'estemporanea sortita in cui scoprono l'esistenza di un laboratorio biologico dagli scopi ignoti, la follia percorre tutti i superstiti nel bunker che naturalmente da idioti cominciano a uccidersi l'uno con l'altro. Invece di organizzarsi per tempi migliori col deteriorarsi delle condizioni ambientali, deflagrano anche psiche e coscienze arrivando alla demenza pura. 
Solo per uno di loro c'è una possibilità di salvezza. 
Salvezza? 
Devo dire che  The Divide intriga molto con la sua descrizione realistica del grado di follia che può percorrere la mente (dis) umana. Però forse  Gens stavolta manca parzialmente l'obiettivo, perchè pur affascinando sempre con il suo stile registico sinuoso si comincia a subodorare il sospetto di narcisismo.
Gens si specchia nelle sue belle sequenze e nei suoi forbiti movimenti di macchina.  
Inoltre arrivare alla soglia delle due ore con l' unità di luogo e di tempo è un rischio per un film che dovrebbe essere sicuramente di facile lettura e di ancor più agevole visione. 

L'escalation di violenza fisica e psicologica è come diluita e forse per questo meno efficace mentre colpiscono le metamorfosi (anche fisiche) a cui sono sottoposti alcuni attori che deteriorano e dimagriscono visibilmente.  
Ci sono anche alcuni enigmi che rimangono tali alla fine del film: chi sono i soldati che vengono a rapire la bambina dal seminterrato per metterla in delle capsule all'interno del loro laboratorio ( unica sequenza a parte il finale in cui si esce dal bunker)? E perchè li studiano? Perchè rifiutano ogni contatto con coloro che sono rinchiusi e anzi li sigillano con la fiamma ossidrica? 
Se per l'horror non spiegare troppo può essere positivo per un film sci-fi come questo forse sarebbe stato necessario qualche dettaglio in più. 
Tra le ottime prove attoriali si segnalano quelle dei redivivi Michael Biehn che qui fa il duro( sono passati secoli ormai dai tempi in cui faceva la mammoletta contro il terminator Schwarzy) e Rosanna Arquette che incarna alla perfezione la figura di una specie di Baby Jane aldrichiana del nuovo secolo , immersa nella catatonia dopo la perdita della figlia e bambola di carne per gli impulsi sessuali dei maschi alfa del branco. 
The divide segna il ritorno alla regia di uno dei migliori talenti del nuovo horror francese ma anche Gens come altri suoi colleghi invece di cullarsi sugli allori ha deciso di rimettersi in gioco in un genere totalmente diverso.
 Purtroppo il film, che troverà allo stesso modo schiere di appassionati difensori e di intransigenti detrattori non gli dà completamente ragione.

( VOTO : 7 / 10 )  The Divide (2011) on IMDb

4 commenti:

  1. Frontier(S) non mi è piaciuto, ma questo mi intriga e lo recupererò a breve. I film con persone recluse spesso sono validi (The Cube su tutti, ma anche robetta tipo Exam non mi dispiace). Non colgo il sottotesto politico. Sai spiegarti meglio senza spoilerare?

    Cioè, se si tratta di persone recluse che per sopravvivere diventano animali (e se l'alternativa alla difesa è la morte) mi sembra il canovaccio solito di questo genere di film. Però non ci vedo nulla di politico: è la natura umana. Estremizzo e semplifico: Tizio e Caio chiusi in una stanza 24h24. Dopo qualche giorno (se uno non ammazza l'altro) Tizio muore di fame. Caio mangerà Tizio per non morire di fame. Poi morirà pure lui (o se è un film riesce a scappare). Dov'è la politica?

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    1. Allora cerco di non spoilerare: diciamo che nel film si assiste a una progressiva lotta per il potere.Nel senso che c'è qualcuno che ha le redini di tutto(il cibo e l'acqua) e di fatto viene estromesso da altri aspiranti capi.Non è solo una questione di sopravvivenza perchè in gioco viene messo il diritto a dominare gli altri.E questa cosa secondo me la puoi leggere sia politicamente( dittatura) che zoologicamente( la lotta per diventare il maschio alfa del branco). Oppure puoi tagliare la testa al toro e considerare questa decina di personaggi solo una manica di dementi che invece di organizzarsi si dis-organizzano. Ecco spero che mi sono spiegato , senza spoilerare è dura...

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  2. è senza dubbio un film che da' da pensare, ma confesso che non mi è piaciuto affatto :)
    il problema, secondo me (e lo evidenzi pure tu), è la regia: fare un film di circa 2 ore su un manipolo di gente rinchiuso in un bunker te lo puoi permettere se sei Bergman o Antonioni, Gens non ha assolutamente il talento per mantenere ritmo\interesse per tutta la durata dell'opera (e a me Frontièrs è piaciuto davvero). ed è un peccato perché l'idea della lotta di potere l'ho trovata molto migliore qui rispetto all'annacquato Blindness (parlando di idee simili), così come le caratterizzazioni erano decisamente più accattivanti. ma, ripeto, il regista si sbrodola troppo e finisce col perdere il filo in certi momenti: un film che poteva essere... , ma che non è ;)

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    1. Anche a me questo film ha fatto pensare a un'occasione sprecata, soprattutto perchè il talento registico di Gens è piuttosto muscolare e probabilmente come dici tu era necessario un tocco più discreto. Concordo anche su Blindness : dopo un ottimo incipit nella tradizione di Kiyoshi Kurosawa poi diventa decisamente ammorbante...

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