I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

lunedì 2 aprile 2012

Tomboy ( 2011 )


Nuovo arrivo in un nuovo condominio alveare alla periferia di non si sa quale città francese, una ragazzina si rivolge a Laure al maschile e lei un pò per gioco, un pò per volontà subconscia,  improvvisando diventa Mickael.
Tomboy di Celine Sciamma è un film che scatta una preziosa fotografia di un gruppo di bambini che hanno gli anni in tasca e che stanno assaporando quel limbo della vita che si situa tra l'infanzia e l'adolescenza, tra un'età cosiddetta innocente e una che lo sarà molto meno.
Ma probabilmente l'innocenza viene persa molto prima.
Anche se gli ormoni ancora non hanno disegnato le forme acerbe del corpo di questi bambini la tipizzazione sessuale è di fatto spietata: femmine da una parte e maschi dall'altra.
I maschi giocano a pallone, fanno a botte tra di loro,  fanno la pipì in compagnia,  sono il coraggio e la sfrontatezza oltre che la forza.
Le femmine sono già altro, relegate in un altro mondo. Sono ammesse ad alcuni giochi con riluttanza mentre la partita di calcio è off limits.
Laure/Mickael si ribella a questa logica. Si mette i pantaloncini, la canottiera, gioca a pallone addirittura a dorso nudo mettendo in mostra il suo corpo acerbo, fa a botte con un bambino che ha fatto del male alla sorella.
Cèline Sciamma cattura questi sguardi e gesti come una documentarista, per quanto semplice e lineare il film sembra non avere neanche un copione ma essere una tabula rasa impressionata gradualmente  in collaborazione tra la regista e i giovani attori. Sono loro i protagonisti di questo cinema in cui gli adulti di fatto sono estromessi.
Esemplificativa in questo senso la scena in cui a tavola Laure e la sorellina Jeanne parlano su incitamento di quest'ultima del misterioso (per i genitori) Mickael,fantasticando sulle sue gesta.
I genitori sorridono ma non capiscono questo gioco da cui sono rigorosamente esclusi. E' un qualcosa che solo Laure e Jeanne condividono.

Tomboy in realtà non racconta neanche una storia vera e propria ma un frammento d'estate appena prima che ricominci la scuola.
Senza alcuna pretesa sociologica descrive le dinamiche di questo gruppo di ragazzini abituati a incontrarsi ogni pomeriggio, i primi turbamenti, il loro essere a volte spietati, l'infatuamento che ha Lisa per Mickael e i loro primi baci rubati innocentemente a fior di labbra, gli equilibrismi che fa Laure per cercare di celare la sua identità ( arrivando anche a farsi una piccola protesi di pongo da mettersi nel costumino per andarsi a fare un tuffo con gli altri).
La fotografia brillante ricca di tonalità estive rende ancora più naturale l'atmosfera che si respira in Tomboy: un fine d'estate che è la fine di un gioco pericoloso(non parlerei di ricerca della propria identità sessuale da parte di Laure che per come èturbata dalle attenzioni di Lisa sembra avere le idee già chiare) e  segnerà la crescita di Mickael. 
Un giorno o l'altro sarà costretto a ridiventare Laure perchè a scuola non potrà più celare la verità.
Il film della Sciamma ha il grande merito di far capire quanto può essere complesso il mondo dei bambini, un mondo da cui volenti o nolenti spesso gli adulti sono esclusi con il loro brutto vizio di vivere in un universo dominato da rigidi schemi sociali.
E Truffaut da lassù guarda con affetto....

( VOTO : 8 / 10 )  Tomboy (2011) on IMDb

2 commenti:

  1. carino, però mi aspettavo un po' di coraggio in più. un film persino troppo innocente...

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  2. più coraggioso in questo senso ma sposta l'interesse verso un'età leggermente superiore è XXY, film argentino di Lucia Puenzo del 2007.Lo hai visto?

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