I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

domenica 19 gennaio 2014

Italia anni '70 - La prima notte di quiete ( 1972 )

Daniele Dominici , letterato, poeta inespresso,giocatore d'azzardo, visione della vita afflitta da un' ineluttabile malinconia si trova a fare una supplenza di lettere in un liceo di Rimini, un po' per caso e un po' per sfortuna. Senza un'autentica vocazione per l'insegnamento si lascia affliggere dall'atmosfera plumbea, livida e uggiosa  che lo circonda . Indifferente all'atmosfera di contestazione e di cambiamento che lo circonda  Daniele, malato del male di vivere e incapace di esprimerlo, si innamora di Vanina che , come dice uno delle sue compagne di scuola ha "molto passato , poco presente e niente futuro". Un po' lo stesso destino di Daniele, votato consapevolmente all'autodistruzione.
Davvero una grande sinfonia autunnale , forse la miglior prova attoriale di un Delon bello e impossibile che col suo sguardo perso nel vuoto, le sue rughe, le sue poche parole riesce a dare una profondità inusitata al professore protagonista di questa storia che inesorabilmente sfocia nella tragedia.
Siamo a Rimini, ma siamo lontani dalle spiagge affollate e dalle balere che fanno cagnara fino all'alba.
Siamo immersi in una Rimini spettrale, grigia come il suo protagonista che il più delle volte rimane indistinta tra i fumi della nebbia. E ci troviamo di fronte a una serie di personaggi che hanno il male di vivere cucito addosso come un abito sartoriale, che si perdono dietro alle futili apparenze, hanno la passione dei soldi, delle macchine veloci, delle droghe e dell'alcool in un veloce percorso di sfinimento, di delusione e di inquietudine che li attanaglia come la nebbia che nasconde i contorni della Rimini funerea in cui sono immersi. 

Il professore, supplente di letteratura, moderno o smidollato a seconda dei punti di vista, con la sua sigaretta sempre in bocca, i capelli arruffati e il suo cappotto color cammello un po' sgualcito e portato distrattamente sulle spalle,  che non ha la benchè minima  volontà di integrarsi in questo mondo di provincia, piomba in questo universo senza perchè con la sua smania di autodistruzione in aumento esponenziale quando alimenta una storia con una sua alunna dal passato torbido, Vanina (una bellissima Sonia Petrova), con i suoi bravi scheletri nell'armadio, a scapito della moglie (una bravissima disillusa Lea Massari) e delle poche relazioni sociali che è riuscito a coltivare.Daniele Dominici incarna alla perfezione la figura dell'antieroe romantico, decadente che  si distrugge poco a poco fino all'indimenticabile fiammata della sua vecchia Citroen....
Il linguaggio cinematografico di Zurlini è di grande maturita'stilistica, di notevole eleganza, di grossa suggestione, un film che oscilla tra Fellini, Visconti  e Antonioni per intenderci (sperando di non essere stato troppo superficiale), aiutato in questo da un gruppo di attori, protagonisti e non protagonisti, di bravura sicuramente sopra la media e da un'ambientazione inconsueta che contribuisce ad aumentare quel senso di ineluttabile che incombe sul film dall'inizio alla fine.
La provincia abitata dai vitelloni di Fellini incontra il male di vivere dei personaggi di Visconti e l'incomunicabilità di Antonioni......

( VOTO : 9 / 10 ) 

Indian Summer (1972) on IMDb

2 commenti:

  1. l'ho visto qualche anno fa, da restare a bocca aperta per la bellezza.

    questo avevo scritto:
    "una ragazza con molto passato, poco presente, niente futuro", cito a memoria. quella frase fa venire i brividi, come tante altre.
    una storia maledetta, ordinaria e straordinaria, con attori grandissimi, fotografia, musica, regia indimenticabili.
    Giancarlo Giannini, per citare un attore, è bravissimo, anche il preside, che appare per due minuti, è perfetto.
    la fine di Daniele Dominici, volontaria o no, ricorda quella che Sorrentino, ne "Le conseguenze dell'amore", costruisce per Toni Servillo.
    secondo me un capolavoro

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    1. anche secondo me lo è, non è invecchiato neanche di un attimo...Al parallelo con Sorrentino non ci avevo pensato ma effettivamente i due finali sono accostabili....

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