I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

domenica 31 agosto 2014

Out of the furnace - Il fuoco della vendetta ( 2013 )

Russell è un operaio di un acciaieria che si divide tra il lavoro, la fidanzata e l'assistenza al padre malato terminale. Con lui c'è anche il fratello minore, Rodney, reduce dall'Iraq , desideroso di sfogare una incredibile rabbia repressa che deriva dai fantasmi della guerra che ha vissuto.
Addirittura si crea una certa fama nei combattimenti clandestini a mani nude.
Russell per un incidente di macchina è accusato di omicidio colposo e trascorre del tempo in carcere.
Uscito , non può far altro che constatare che la sua fidanzata è tra le braccia dello sceriffo e Rodney , a causa dello strozzino locale si è messo in un brutto giro coinvolgendo anche Curtis DeGroat, un boss di medio calibro confinato sulle montagne a trafficare in alcol e droga.
Il profilo basso della vita di Russell è andato definitavamente a farsi fottere: ora è il tempo di agire e di vendicarsi....
Il cinema americano dagli anni d'oro in poi è letteralmente stracolmo di storie di ingiustizie e di vendetta.
Il film di Scott Cooper in questo senso si immette in un gruppo ben fornito di film .
Si parte da un contesto ambientale molto disagiato socio economicamente ( un po' come succedeva in The Fighter altro film in cui Christian Bale furoreggia ) e poi si racconta una storia di dolore , di disperazione senza che la catarsi sia necessaria.
Mentre guardavo Out of the furnace - Il fuoco della vendetta ( complimenti vivissimi al titolista italiano sempre brillante e sul pezzo ) più di una volta ho pensato che una storia come questa poteva essere raccontata in uno dei romanzi di Dennis Lehane, più di una volta ho pensato che dietro alla macchina da presa avrebbe dovuto esserci Clint Eastwood per raccontare una vicenda di questo tipo che , a mio parere , rientra perfettamente nelle sue corde emotive.
E invece no, c'è Scott Cooper,uno che ha lucrato un Oscar al suo esordio da regista con un film  come ce ne sono tanti, Crazy Heart , che ha avuto il solo merito di essere un ottimo veicolo promozionale del grande Jeff Bridges alla corsa agli Oscar, un regista che non si discosta da una medietà ormai consueta nei professionals hollywoodiani, quella pattuglia di registi di riserva che possono essere chiamati alla bisogna in qualsiasi momento.
Intendiamoci la sua regia non è male, cattura bene l'ambientazione e fa anche un ottimo lavoro con gli attori ( anche se la sensazione è che con un set con Christian Bale, Woody Harrelson, Sam Sheperd e Willem Dafoe, Forest Whitaker tralasciando volutamente l'Affleck minore, comandino più loro ) ma si dimostra scolastico in molti passaggi citando a profusione molto cinema americano anni '70 e soprattutto Cimino.
La citazione a Il cacciatore è talmente ostentata  che quasi infastidisce per eccesso di ingenuità.
Sarà bravo Cooper ma non è Cimino e neanche Eastwood.
L'epopea familiare raccontata da Out of the furnace - Il fuoco della vendetta da accorata fotografia di una crisi economica e morale, universale e privata, assume presto  toni steinbeckiani nell'inerpicarsi per il disagevole sentiero del revenge movie.
Mentre tutto si tinge di sangue e di noir, il personaggio di Russell è l'unico che si evolve durante il film, unica figura multidimensionale in un mondo di figurine piatte a cui la tecnica e il savoir faire attoriale cerca di dare colore.
Harrelson è un villain che fa veramente paura perchè è un  buzzurro dalle facoltà mentali limitate e per questo capace di tutto, Dafoe è schiacciato in un personaggio di contorno, Affleck non sembra avere il physique du role per essere un campione nel combattimento a mani nude.
E che diamine, non ha il fisico di Eastwood o di Bronson, suoi illustri predecessori nei combattimenti clandestini.
Out of the furnace- Il fuoco della vendetta è un film che affabula ma non convince realmente , è un po' troppo in mezzo al guado tra epopea familiare, vendetta personale e noir per volare veramente alto, probabilmente anche una bella sforbiciata nella prima parte avrebbe giovato mentre il finale è rapido, quasi improvviso.
Permane la sensazione di un'occasione sprecata, con un cast all stars di questa qualità era obbligatorio fare di più....
Eppure non riesco a volergli male...

PERCHE' SI : cast all stars, buon lavoro sull'ambientazione , cinema che si richiama ai classici americani
PERCHE' NO : la regia è ad opera di un mestierante che cita maestri in modo anche ingenuo, personaggi piatti e che non evolvono.

( VOTO : 6,5 / 10 )

Out of the Furnace (2013) on IMDb

13 commenti:

  1. un film lento come un bradipo :)
    nulla contro i bradipi, ahah, però per me è stata una delle visioni più deludenti dell'anno.

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    1. ah ah anche io non ho nulla contro i bradipi...è lentissimo ma non sono riuscito a volergli male...

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  2. Visto al festival del cinema di roma dell'anno scorso...dovevano essere presenti anche gli attori principali in sala ma alla fine non si sono fatti vedere! Peccato...non mi sarebbe dispiaciuto una foto con Bale dal vivo! :)
    Comunque non mi è dispiaciuto ma abbastanza lento...

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  3. l'ho recensito ieri, pensa un po' gli ho dato sette :)

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  4. Grande cast per un film che purtroppo si rivela prevedibilissimo, dalla prima all'ultima scena.
    Peccato.

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    1. la storia che racconta non è nuova ma in fondo non mi è dispiaciuto...

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  5. A me non è dispiaciuto affatto, e non l'ho trovato così lento.
    Tutto sommato, è un prodotto solido recitato benissimo.

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  6. Lento non è lento, semmai prevedibile e tutto già visto.
    Come al solito d'accordo, anche sul fatto che attori così, forse, alla fine si gestiscono da soli nel set.
    Io l'ho trovati ben caratterizzati i personaggi, ecco, forse dissentiamo solo su quello :)

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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